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Ep. XXXV – In riparazione dei peccati del mondo (seconda parte)

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Liturgia
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Ep. XXXV - In riparazione dei peccati del mondo (seconda parte)
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In riparazione dei peccati del mondo (seconda parte)

b) Alla colpa è inseparabilmente unita la pena: questa dev’essere scontata per tutto il tempo necessario. L’uomo affetto da colpa è infatti un figlio dell’ira (Ef 2, 3), è cioè oggetto della Giustizia divina e quindi condannato e punito nella misura dei peccati commessi: perciò egli viene umiliato e tormentato. La pena, tuttavia, può anche essere rimessa tramite un’adeguata riparazione che la sostituisca e l’ammortizzi, ma è necessario un merito volontario che controbilanci la colpa. A questo fine le buone opere sono il mezzo più adeguato, soprattutto se onerose e dolorose; infatti, il sopportare volontariamente qualcosa di difficile e penoso è particolarmente adatto a compensare e risarcire il dolore di ogni pena e umiliazione. Attraverso la distruzione dell’offerta nell’olocausto si compie la riparazione della colpa e, perciò, esso è perfettamente adatto a fare ammenda per la pena e meritare la dispensa.

Se riflettiamo su questo, allora si capirà chiaramente come e perché le pene per i peccati che pesano sull’umanità non possano essere compensate in modo migliore e più compiuto che tramite il sacrificio espiatorio della Croce. E che cosa ci può essere di più atroce e umiliante della morte sulla croce tra due delinquenti?

Lì era il Salvatore, che è l’Innocenza e la Santità stessa, sprofondato in un abisso di dolore e d’infamia: avvolto nella più amara tempesta di sofferenze. Dai piedi alla testa il Suo purissimo corpo era coperto da un’unica piaga. Insanguinato, frantumato e stritolato pendeva Egli come sacrificio cruento sul legno della Croce. Così Egli ha assunto su di Sé i “nostri dolori”, così Egli ha sofferto ed espiato quanto noi abbiamo meritato e avremmo dovuto subire.

In questo modo Cristo, tramite il Suo sacrificio sulla Croce, ha fatto ammenda per noi: questa riparazione ha dileguato lo sfavore che avevamo presso Dio; cioè, ha pagato per tutta la colpa dei peccati, ha soddisfatto le esigenze della divina Giustizia e ci ha liberato da tutti i castighi meritati. Con il sacrificio della morte Cristo ci ha riconciliato con Dio offeso dai peccati; infatti ha ottenuto che il dispiacere e l’ira di Dio verso di noi cessassero e che Egli a Sua volta fosse disposto a rimetterci la colpa e il castigo. Così, tramite il sangue del Salvatore, abbiamo la Redenzione e il perdono dei peccati (Ef 1, 7). “Gesù Cristo ci ha amato e lavato dai nostri peccati nel Suo sangue” (Ap 1, 5). Questo avvenne poiché Cristo “ci portò la pace e ci riconciliò con Dio tramite la Croce, in quanto Egli uccise l’inimicizia tramite Sé Stesso”, cioè con l’offerta della Sua vita (Ef 2, 15-16). Sì, “mentre eravamo ancora nemici, siamo stati riconciliati da Dio tramite la morte del Suo Figlio” (Rom. 5,6). E quindi, “per il sangue della Croce tutto è stato unito, quanto sta in Cielo e sulla Terra” (Col 1, 29).

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