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Ep. XXVII – La Confermazione

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Catechismo
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Ep. XXVII - La Confermazione
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Articolo 14: La Confermazione aumenta la grazia e rafforza la Fede, in modo che il cristiano possa professarLa con coraggio.

«…Con la confermazione cresciamo nella grazia e ci irrobustiamo nella fede» (Concilio di Firenze, DH 1311); «Effetto di questo sacramento è che il cristiano possa coraggiosamente confessare il nome di Cristo; infatti per mezzo suo viene conferito lo Spirito Santo per rendere forti» (Concilio di Firenze, DH 1319).

Mentre il Battesimo imprime nell’anima un carattere, quello di essere membro di Cristo (cioè del Suo Corpo Mistico), la Cresima ne suggella un altro, quello di essere soldato di Cristo. Questo è il motivo per cui è opportuno amministrare questo Sacramento quando una persona raggiunge l’età di circa dodici anni ovvero un’età in cui si possa entrare in conflitto con gli altri per quanto riguarda la Fede (ad esempio, a scuola).

Il Sacramento della Cresima accresce la grazia del Battesimo e porta alla pienezza i sette doni dello Spirito Santo ricevuti allora, rendendoci così cristiani perfetti. Il dono dello Spirito Santo più caratteristico della Cresima è quello della Fortezza, dono necessario per essere un soldato di Cristo.

Articolo 15: La santa Eucaristia è il Sacramento che consiste nel Corpo, Sangue, Anima e Divinità di nostro Signore Gesù Cristo sotto laspetto del pane e del vino.

«Se qualcuno negherà che nel santissimo Sacramento delleucaristia è contenuto veramente, realmente, sostanzialmente il Corpo e il Sangue di nostro Signore Gesù Cristo, con lanima e la divinità, e, quindi, il Cristo tutto intero, ma dirà che esso vi è solo come in un simbolo o una figura o solo con la sua potenza: sia anatema» (Concilio di Trento, DH 1651).

In virtù della sua ordinazione sacerdotale, il celebrante della Messa, pronunciando le parole della Consacrazione con l’intenzione di fare ciò che fa la Chiesa, trasforma prima il pane e poi il vino nella santa Eucaristia. Prima di queste parole ci sono il pane e il vino; dopo queste parole non c’è né pane né vino, ma il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di nostro Signore Gesù Cristo sotto l’aspetto del pane e del vino. Gli accidenti (qualità) – cioè la dimensione, l’estensione, il peso, la forma, il colore, il gusto – rimangono gli stessi ed esistono ancora, ma privati ​​di un soggetto (sostanza), per miracolo di Dio. Il pane e il vino non esistono più: sono stati trasformati, transustanziati, nello stesso nostro Signore Gesù Cristo.

«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo» (Gv. 6,51). Le parole di nostro Signore sono chiare e concrete, non sono metaforiche: Egli Stesso è il pane che ci dà da mangiare: questo pane è la Sua Stessa Carne. Mangiare questo Pane porta con sé la promessa dell’immortalità.

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