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Ep. XXVII – La Chiesa Militante

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Ep. XXVII - La Chiesa Militante
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La Chiesa Militante

 

       Nota storica[1]

 

Mons. Franić, vescovo di Spalato, raccomandava di aggiungere il titolo di “Chiesa Militante” a quello di “Chiesa Pellegrina” nello schema sulla Chiesa: ‘… Non possiamo raggiungere e conservare la pace né nella nostra anima, né nella Chiesa, senza una difficile e continua battaglia … con armi spirituali … Come possiamo combattere come buoni soldati di Cristo … se … non coltiviamo … la virtù della resistenza nei confronti del mondo maligno ed ateo!’. Adottando questo approccio, il vescovo seguiva il modello di Papa Pio XII, che, in molte delle sue allocuzioni, aveva parlato della Chiesa Militante, ad esempio della necessità che tutti i cristiani ‘stiano in piedi e combattano sino alla morte, se è necessario, per la Chiesa Madre loro’[2].

Il giorno seguente, peraltro, il cardinal Wyszyński respinse il concetto di “Chiesa Militante”, affermando che “gli uomini del nostro tempo sono contrari ad ogni lotta” e propugnando al suo posto il concetto di una Chiesa che “vivifica” e “santifica”, rivelando così, come evidenzia il professor de Mattei, di “rappresentare una linea ‘accomodante’ nei confronti del comunismo, ben diversa da quella impersonata negli stessi anni dal card. Mindszenty“. Il vescovo croato annotò nelle sue memorie: “Si doveva seguire una nuova linea al Concilio: non fare provocazioni né condanne di chicchessia, ma pronunciare unicamente discorsi pacifici“. Dopo il ritorno di Papa Paolo VI dal suo famoso discorso alle Nazioni Unite: “Non più la guerra, non più la guerra …“, lo spirito pacifista fu accolto calorosamente dai Padri conciliari, soprattutto dai cardinali Liénart, Alfrink, Léger e, sorprendentemente, anche dal cardinale Ottaviani.

I primati di Croazia e Polonia sopra citati (due Paesi allora ancora sottomessi al dominio comunista), così come i prelati appena menzionati, ovviamente parlavano in particolare della guerra spirituale nella sua dimensione sociale, ma il pacifismo del concilio non si limitava di fatto alla sfera sociale (all’abbandono definitivo della guerra e alla legittimazione e all’apertura al comunismo ateo), ma si estendeva anche alla vita interiore, manifestando così, sia nella sfera sociale sia in quella personale, un infondato ottimismo nei confronti dell’uomo.

 

Natura e omissione della dottrina circa la Chiesa Militante

 

È davvero notevole il completo silenzio del concilio, anche nei passi ortodossi che trattano della santità, riguardo alla Chiesa Militante, in considerazione della sua importanza capitale per la vita cristiana, come ora procederemo ad esporre.

Possiamo intendere il termine “Chiesa Militante” come un riferimento alla guerra spirituale sia a livello sociale sia a livello personale. Esempi di guerra spirituale a livello sociale sono la liberazione della Terra Santa da parte dei crociati e la difesa dell’Europa dall’aggressione musulmana; a livello personale, invece, la guerra spirituale è condotta da ogni uomo che sia mai vissuto. Ciò significa che quest’ultimo tipo di guerra spirituale è universale e quindi più importante del primo.

Il concilio non designa la Chiesa in questo mondo come “Chiesa Militante”, semmai come “Chiesa Pellegrina”, un termine povero di contenuti e tale da applicare alla Chiesa nel suo insieme poco più della visione cattolica del singolo uomo, l’homo viator, in viaggio verso il Cielo nel corso della sua vita terrena. Il termine “Chiesa Militante”, come il termine “Corpo Mistico di Cristo”, al contrario è ricco di significato, di fatto il termine più espressivo per il tipo di vita richiesta ai Suoi membri nel loro passaggio attraverso questo mondo.

Lo scopo della Chiesa e di ogni uomo che sia vissuto, viva o vivrà mai è la salvezza dell’anima. Eppure si tratta di un’impresa difficile in cui, come la Chiesa ha sempre insegnato, molti falliranno. L’uomo è assediato da nemici pericolosi e invisibili, più intelligenti di lui, con una lunga esperienza di inganni e omicidi e al lavoro contro di lui, direttamente o indirettamente, attraverso alleati umani: i nemici di Gesù Cristo, conosciuti come “il Mondo”, o attraverso “il Nemico intestino”, cioè la Natura Caduta: “la Carne”, la tripla concupiscenza dell’uomo. L’intento primario dei diavoli è quello di sedurre l’uomo al peccato mortale, in modo da ostacolarne la salvezza e consegnare la sua anima immortale all’Inferno.

Invece, l’intento di Dio, che realizza con il dono della Fede, dei sacramenti, delle ispirazioni, della Provvidenza e attraverso il ministero degli angeli, è quello di far sì che l’uomo superi gli attacchi del demonio e raggiunga così la Chiesa Trionfante del Cielo, direttamente al momento della morte o indirettamente, dopo essere passato attraverso il regno occupato dalla Chiesa Sofferente o Purgatorio. A capo della Chiesa Militante c’è Cristo Re, trionfante sul peccato e sulla morte e su tutto il genere umano, cattolico e non. Questo è dunque il dramma della vita umana e della Chiesa sulla terra. È proprio vero che: ‘Una milizia è la vita dell’uomo sulla terra e come i giorni del mercenario sono i suoi giorni[3].

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[1] RdM IV 5, p. 310-14.

[2] Discorso ad Azione Cattolica Italiana , 1953.

[3] Gb. 7, 1.

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