4:58

Ep. XVIII – Perché il Figlio di Dio è chiamato Verbo

PDF
Patristica
Patristica
Ep. XVIII - Perché il Figlio di Dio è chiamato Verbo
/

Mi chiederai: perché il Figlio di Dio è chiamato Verbo? Rispondo che il greco λόγος (Logos) ha molti significati, tutti applicabili in questo luogo.

  1. Logos può essere tradotto “ragione“, perché, come la ragione procede dalla mente, così il Figlio dal Padre. Così i santi Crisostomo e Basilio.
  2. Logos può essere tradotto “definizione“, perché il Verbo esprime e dispiega definitivamente la natura e gli attributi del Padre. Per questo Niceta (in Orat. 42 Nazianz.) dice: “Il Figlio con il Padre ha la stessa relazione che una definizione ha con la cosa definita. Egli infatti dichiara il Padre come una definizione dichiara ciò che è definito da essa. Per questo Cristo disse: ‘Filippo, chi vede me, vede anche il Padre mio’. Il Figlio, infatti, è una dimostrazione sintetica della natura Paterna, poiché ogni discendenza è una sorta di tacito resoconto o definizione del suo genitore“.
  3. Logos può essere tradotto “causa“, perché il Verbo è la causa di tutte le cose che sono state create e prodotte dal Verbo di Dio.
  4. Λόγος può essere tradotto “opera“, perché il Verbo è l’Opera del Padre, coestensivo con Lui, coeterno e coeguale.
  5. Λόγος può essere tradotto “potenza” o “virtù“, perché il Verbo è la forza e la mano destra del Padre.
  6. Λόγος può essere tradotto “bellezza“, perché il Verbo è la forma, la grazia e la bellezza del Padre.
  7. E soprattutto, λόγος può essere tradotto, con Tertulliano, Cipriano e Ambrogio, “discorso” (sermo) o meglio “Parola” (Verbum). Questa Parola o discorso non è della bocca, ma della mente; perché come noi, pensando, ci formiamo una concezione della cosa pensata o compresa, che è chiamata parola della mente, così il Padre eterno, comprendendo e intendendo la Propria Essenza e tutto ciò che Le appartiene, ha prodotto questa Parola Eterna, coeguale e simile a Sé Stessa, per mezzo della quale risulta che questa Parola è Dio e il Figlio di Dio, generato dal Padre.

Per questo motivo i filosofi gentili, Trismegisto, Orfeo, Platone e gli altri greci, caldei ed egizi chiamavano il Padre νο͂υν, cioè mente, e il Figlio Logos, per così dire, la progenie della mente. Vedi sant’Agostino (lib. 7, Confess. c. 9). Da qui il detto di Platone: “Una monade ha generato una monade e in essa ha riflesso il suo ardore“. Intende dire: il Padre ha generato il Figlio e attraverso di Lui ha soffiato lo Spirito Santo, che è l’Amore reciproco del Padre e del Figlio. Molti, tuttavia, ritengono che Platone e gli altri filosofi gentili intendano per Logos non il Figlio, ma l’idea nella mente di Dio, secondo la quale Egli ha creato tutte le cose e ha riflesso su di Sé il Proprio amore, perché ha creato il mondo a motivo del Proprio amore.

Osserviamo che la Parola di Dio è duplice. Da un lato, è essenziale, perché è l’Intelligenza stessa del Padre, che condivide insieme all’essenza, alla conoscenza e alla volontà con il Figlio e lo Spirito Santo. Dall’altro, è nozionale, cioè il Verbo prodotto dal Padre e sussistente personalmente, vale a dire come il Figlio. Così san Tommaso (1 dist. 37 q. 2. a. 2). Questo è il duplice significato del Verbo, preso nel suo senso più ampio.

SCARICA IL TESTO INTEGRALE (/PDF)

Scroll to top