CONSIGLI PER SANTIFICARSI
+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.
Un vecchio catechismo ci dà diversi consigli per progredire verso la perfezione: ‘non guardarsi intorno camminando per strada, evitare discorsi inutili, non urlare, non ridere in modo chiassoso, non lamentarsi subito per la sfortuna, possibilmente non mangiare fuori pasto, non dormire troppo a lungo, ritirarsi ogni tanto in solitudine, non parlare di sé stessi senza motivo e non contraddire nessuno, per quanto possibile’. Se siamo disordinati, aggiungiamo, negligenti, trascuranti e trascurati, perfezioniamoci anche in questo. Utili sono anche i piccoli atti di mortificazione: rinunziare ai nostri capricci, ai piccoli piaceri della tavola (non prendendo sempre tutto ciò che ci piace), a regolare la temperatura di casa così che divenga sempre assolutamente perfetta per i nostri gusti.
Padre Jean-Pierre de Caussade, nei suoi scritti sull’abbandono alla divina Provvidenza, esprime la santità in termini di ‘docilità all’ordine di Dio’: ‘In realtà – scrive – la santità si riduce ad un’unica cosa: la fedeltà all’ordine di Dio. Questa fedeltà è altrettanto accessibile a tutti, sia nel suo esercizio pratico sia nel suo esercizio passivo.
La pratica attiva della fedeltà consiste nel compimento dei doveri, che ci sono imposti sia dalle leggi generali di Dio e della Chiesa sia dallo stato particolare che abbiamo abbracciato. Il suo esercizio passivo consiste nell’accettare amorevolmente tutto ciò che Dio ci invia ad ogni istante’.
Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, invece, nel suo piccolo libro La pratica di amare Gesù Cristo, che lui descrive come ‘la più devota ed utile di tutte le altre’ opere, riassume i tratti principali della via della perfezione e della santificazione nei seguenti tre punti:
1) nelle tribolazioni della vita: malattie, dolori, povertà, perdita di parenti o beni, persecuzione di ogni tipo, desolazione dello spirito: sopportazione con pazienza, rassegnazione, uniformità alla volontà di Dio;
2) Dolcezza con tutti: con superiori, sottoposti e con qualsiasi persona, anche quando un altro ci ingiurii o quando occorra richiamare qualcuno;
3) Mai inquietarsi, mai invidiare, cercare il gusto di Dio in tutto e mai noi stessi, umiltà, distacco da tutto il Creato per attaccarsi solo a Dio.
In una parola, tutta la santità, secondo sant’Alfonso, consiste nell’amore di Dio.
Un’ultima parola sulla sofferenza. Abbiamo visto che la vita spirituale, che conduce alla santità, esige una lotta ed il sacrificio. E questo è davvero nostro compito come battezzati. San Pietro scrive (1.2.5): ‘Anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo’.
Il sacrificio di cui parliamo coinvolge il distacco da sé stessi e l’adesione a Dio. Questo processo viene espresso da Nostro Signore con le parole seguenti: ‘Se qualcuno vuol venire dietro a Me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e Mi segua’ (Mt 16.24).
Ma, allo stesso tempo, questa via della sequela di Cristo, che è una via di sacrificio e di morte, è anche una via che conduce alla Risurrezione ed alla vita; e allo stesso tempo, mentre ci svuotiamo di noi stessi, ci riempiamo di Lui Stesso, che ci dà la vera vita e la vera felicità. E, se seguiamo Cristo in questa vita, Lo seguiremo anche nella vita eterna, verso la nostra Beatitudine e verso la gloria del Suo Santissimo Nome. Amen.
Deo Gratias!