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Ep. XIV – Il Sommo Sacerdozio di Cristo

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Ep. XIV - Il Sommo Sacerdozio di Cristo
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Il Sommo Sacerdozio di Cristo

 

Scrive don Nikolaus Gihr nel capitolo VI de Il Santo Sacrificio della Messa – Dal punto di vista dogmatico, liturgico ed esegetico: “In quanto rappresentante di tutta l’umanità, Gesù Cristo ha riparato in abbondanza, addirittura in sovrabbondanza l’offesa alla Maestà di Dio e ha così tolto il peccato che era l’origine della separazione e inimicizia tra il Cielo e la Terra. Così, come mediatore tra Dio e gli uomini (I Tim. 2,5), Egli ha ridato la pace e ha completato l’opera di riconciliazione tramite la Croce, cioè tramite la morte cruenta, offrendo Sé stesso e la Sua vita in sacrificio di espiazione. La morte in croce di Cristo è un sacrificio nel senso stretto della parola: un vero sacrificio di morte e una vera morte sacrificale”.

Da ciò consegue che Cristo, nella Sua vita mortale sulla terra, ha esercitato la funzione sacerdotale, cioè ha veramente offerto sacrifici in senso proprio. Perciò Egli era propriamente anche Sacerdote: solo un sacerdote può e deve offrire sacrifici.

2. Gesù Cristo è “il grande Sommo Sacerdote” (ἀρχιερεὺς μέγας, Eb 4,14) per tutto il genere umano. La verità e la dignità del sacerdozio di Cristo viene spiegata e dimostrata, sotto ogni punto di vista, dall’Apostolo nella Lettera agli Ebrei (cap. 4-10). In che cosa consiste l’essenza dell’ufficio sacerdotale, qual è la funzione e l’attività del Sacerdote? “Ogni sommo sacerdote, preso fra gli uomini, viene costituito per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati” (Eb 5,1). Perciò il sacerdote è destinato e qualificato ad essere mediatore tra Dio e il popolo. Tramite il sacrificio e la preghiera, quindi, egli offre la dovuta venerazione e rende la giusta espiazione alla Maestà divina; e tramite il dono della Grazia e la benedizione celeste, libera il popolo dal peccato e lo santifica.

L’esercizio più essenziale del sacerdote consiste nell’offrire il Sacrificio: il rango e l’eccellenza del sacerdozio si stimano secondo la natura del sacrificio. Ora, poiché Cristo ha reso un sacrificio infinitamente prezioso di adorazione, di espiazione, di ringraziamento e d’implorazione, avendo Egli offerto a Dio tutto l’onore e la lode e avendo ottenuto agli uomini ogni grazia e tutta la salvezza, Egli è “il grande Sommo Sacerdote” per l’intera umanità. Cristo perciò non è sacerdote del medesimo ordine di quelli che esercitavano l’ufficio sacerdotale: Egli è il sommo e il perfetto sacerdote, possiede il potere sacerdotale in misura e pienezza che a nessun’altra creatura può essere comunicata.

Il Suo sacerdozio, divino e umano, è la fonte di ogni altro potere sacerdotale e di tutte le grazie divine, che possano venir concesse a una persona mortale. Egli è l’eterno Sommo Sacerdote che salva tutti coloro che tramite Lui si avvicinano a Dio: Egli è il Sommo Sacerdote di tutti gli uomini e di tutti i tempi.

Afferma Kleutgen: “Certamente, vi erano sacerdoti prima di Lui e ci sono sacerdoti dopo di Lui. Ma quelli di prima erano destinati, tramite i sacrifici che offrivano, a simboleggiare l’unico grande Sacrificio di Gesù Cristo e mantenere così nell’umanità la fede nel Redentore promesso. I sacerdoti del Nuovo Testamento, tuttavia, non vanno all’altare in nome proprio e in prima persona, ma nel nome e nella persona di Gesù Cristo ed è Egli, Che tramite loro e in loro, opera l’ufficio sacerdotale e presenta sull’altare il Suo grande sacrificio al Padre. Per questo Egli è veramente l’unico Sommo Sacerdote per tutta l’umanità”.

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