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Ep. XI – Gesù Cristo, il capo rappresentante dell’umanità

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Liturgia
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Ep. XI - Gesù Cristo, il capo rappresentante dell'umanità
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Gesù Cristo, il Capo rappresentante dell’umanità

 

Nei sacrifici dell’Antico Testamento venivano offerti beni e oggetti di consumo del regno animale e vegetale, presi e sacrificati a Dio al posto di una vita umana. Una tale sostituzione era alquanto imperfetta, senza efficacia e quindi insufficiente.

Il sangue dei sacrifici animali non poteva conseguire alcuna riconciliazione e tantomeno cancellare i peccati degli uomini. Tramite questo sangue s’intendeva piuttosto mantenere sempre presente alla memoria degli offerenti i peccati (non ancora espiati) e quindi suscitare il desiderio del Sacrificio promesso (Eb 10,34), che, in maniera sublime e ineffabile, avrebbe sostituito l’uomo davanti a Dio nell’espiare veramente tutta la colpa dei suoi peccati.

Questo sacrificio, compiuto invece dagli uomini, lo fece l’Uomo Dio Gesù Cristo in quanto Capo del genere umano, offrendo la Sua vita in una morte cruenta, non solo per soddisfare scrupolosamente un’adeguata o sovrabbondante riparazione, ma anche per procurare una soddisfazione che si estendesse a tutti i peccati di tutta l’umanità. Gesù Cristo si è fatto garante per noi e ci ha rappresentati al cospetto di Dio Padre, cioè ha anticipato quanto Dio esigeva da noi per poterci perdonare e graziare di nuovo: ha agito al posto nostro, in nostro favore.

Ciò che era nostro obbligo, senza che potessimo soddisfarlo, l’ha assunto Cristo per noi: Egli ha riconciliato la divina Giustizia e Maestà. I frutti del Suo Sacrificio dovevano estendersi a nostro favore: Egli ha voluto infatti devolvere e donare a noi le Sue riparazioni e meriti, affinché, liberati dalla colpa e dalla punizione, potessimo gioire nuovamente dei beni della grazia.

Per essere in maniera perfetta il nostro rappresentante, per poter espiare e meritare per noi, il Figlio di Dio ha assunto la natura umana. Secondo la carne, infatti, Egli ha tratto origine dal genere umano, anche se in forma soprannaturale, ma certamente in maniera vera: Egli divenne uno di noi, nostro fratello.

Così, mentre Cristo “si offerse in riscatto per tutti” (I Tim 2,6), non si è sacrificato per estranei, ma per i Suoi fratelli. “O meraviglioso scambio!” canta la Chiesa, “il Creatore del genere umano, prendendo un corpo d’uomo, ha accettato di nascere da una vergine, concepito sovrannaturalmente, divide la Sua essenza divina con noi!”. Va aggiunto che Gesù è il capo spirituale, soprannaturale di tutto il genere umano, il quale forma il Corpo mistico per il quale Cristo ha fatto emendamento e acquisito meriti.

Cristo è il secondo Adamo e, come tale, ripara in misura traboccante ciò che il primo Adamo aveva guastato e depravato. “Come la caduta di uno solo portò alla condanna di tutti gli uomini, così l’opera di giustizia di uno solo portò alla giustificazione di vita per tutti” (Rom 5,18); cioè, come il peccato di Adamo per discendenza passò a tutta la progenie, perché Dio lo mise a capo di tutto il genere umano, così anche l’espiazione e il merito di Cristo fu a vantaggio di tutti, perché Dio Lo ha posto all’apice del genere umano nell’ordine della Grazia.

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