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Ep. III – Come considerare il Concilio

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Ep. III - Come considerare il Concilio
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  1. Come considerare il Concilio

Inizieremo presentando, e poi valutando, le tre visioni principali, che si hanno a proposito del Concilio[1], secondo lo schema seguente:

  1. Introduzione;
  2. Tre visioni;
  3. Valutazione delle tre visioni.

 

  1. Introduzione

I testi del Concilio Vaticano II sono sincretisti, essendo il prodotto di due opposte fazioni di membri del Concilio: i “Tradizionalisti”[2], intenzionati a dichiarare l’insegnamento tradizionale della Chiesa, e i “Modernisti”, intenzionati a dichiarare novità. La novità espressa nei testi non costituisce un’eresia formale (o almeno non ancora in modo dimostrabile), ma è eterodossa: con ciò intendiamo che ha una tendenza ereticale[3]. Un testo può avere una tendenza ereticale in uno di questi tre modi:

  1. pone a tacere il dogma;
  2. comporta un’eresia;
  3. favorisce l’eresia.

 

  1. Pone a tacere il dogma

Per “testo che pone a tacere il dogma”, intendiamo che l’autore di un testo su un dato tema sorvola su un dogma essenziale per la comprensione di quel tema. Vedremo di seguito un esempio in cui l’autore di un testo sulla santità mette a tacere i dogmi sulla Chiesa militante, sul peccato originale, sull’inferno e sul diavolo[4].

  1. Comporta un’eresia

Un esempio di testo che comporta un’eresia è l’affermazione che i “Cristiani sono uniti agli altri nella ricerca della verità…”[5]. Tale affermazione comporta l’eresia, secondo la quale la Fede non è conoscenza della Verità.

  1. Favorisce l’eresia

Per “testo che favorisce l’eresia” intendiamo che il suo autore tratta un tema o si esprime in modo tale da insinuare l’eresia. Vedremo un esempio del primo caso, in cui l’autore, trattando delle Sacre Scritture e della Tradizione Orale, accorda una tale importanza alle Sacre Scritture a scapito della Tradizione Orale da favorire l’eresia protestante, secondo la quale la Fede si basa sulle sole Scritture[6]. Un esempio del secondo caso è l’affermazione che l’uomo è “l’inizio … di ogni organizzazione sociale”[7], insinuando che l’autorità dello Stato deriva dal popolo. In questo secondo caso le interpretazioni possono variare, ma devono sempre tenere conto del contesto.

 

[1] Su tale argomento abbiamo scritto un saggio preliminare (How to regard the Second Vatican Council’), pubblicato su Rorate Caeli.

[2] Usiamo questo termine semplicemente nel senso qui stabilito, non nel senso peggiorativo di un gruppo di persone che nostalgicamente si aggrappino a una visione antiquata della Fede.

[3] “Eresia” ed “eterodossia” derivano dal greco. Eresia significa “scelta” o “prendere per sé stessi”; eterodossia significa “altra dottrina”.

[4] cfr. la sezione: ‘La chiamata universale alla santità’, cap. 1, A.2.

[5] GS 16; vedi l’Introduzione.

[6] Cap. 2, C.

[7] GS 22; si veda la nostra discussione nel cap. 8 sulla dignità dell’uomo.

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