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Ep. I – Presentazione di Carlo Maria Viganò, Arcivescovo

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Ep. I - Presentazione di Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
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PRESENTAZIONE

 

Chi risparmia la verga odia il figlio suo

Proverbi 13, 24

Dopo sessant’anni, non è facile aggiungere qualcosa di nuovo all’analisi critica del Concilio Vaticano II. Gli studi di eminenti prelati, dottori in teologia e rinomati intellettuali sembravano aver esaurito un argomento tanto complesso quanto delicato nelle sue ramificazioni per la vita della Chiesa. È anche vero che il Concilio rimane un ἅπαξ, un evento unico, dato che quanto riporta la lettera dei suoi documenti è quasi sempre diverso da ciò che il suo spirito ispira, generando così una varietà di interpretazioni contrastanti.  Non credo che sia necessario dimostrare l’evidenza dell’unicità del Vaticano II rispetto agli altri Concili ecumenici, che si distinguono tutti da esso proprio perché i loro Canoni sono immediatamente comprensibili e vedono una piena coincidenza di littera e spiritus nella difesa della Fede e della Morale e nella condanna degli errori che non vi si conformano.

A distanza di più di mezzo secolo siamo ora in grado di comprendere che quell’assenza di chiarezza nei documenti conciliari fu premeditata con l’inganno, proprio per nascondere – sotto l’apparenza di un Concilio ecumenico, approvato da molti Cardinali, Arcivescovi e Vescovi di tutto il mondo – quello che oggi possiamo definire, con le parole di monsignor Marcel Lefebvre, “il colpo da maestro di Satana“.

Questo studio ha il rarissimo merito di non cercare di minimizzare o negare la natura sovversiva e rivoluzionaria del Vaticano II. A mio avviso, ciò è dovuto al fatto che la formazione ecclesiastica dell’Autore non risente del peso ideologico della generazione precedente, in gran parte determinato dalla consapevolezza di essere stato ingannato e di non aver saputo opporre la necessaria resistenza a un’autorità che, forse per la prima volta nella storia della Chiesa, è stata applicata per demolire, non per costruire, e per diffondere l’errore, non per condannarlo, disperdendo così il gregge del Signore invece di proteggerlo da lupi famelici.

In queste pagine l’Autore dimostra di possedere una piena padronanza degli strumenti di interpretazione e di analisi senza pregiudizi, ma allo stesso tempo di non chiudere gli occhi di fronte ai gravi problemi presenti nei documenti conciliari e a come questi siano stati messi in pratica. Ha il coraggio e l’onestà di guardare non a ciò che il Concilio avrebbe potuto essere, ma a ciò che si è rivelato dopo sessant’anni, giudicando così l’albero dai suoi frutti: un albero corrotto con frutti avvelenati, lasciati proliferare nonostante l’evidenza della loro nocività, semplicemente perché il corpo ecclesiale ha creduto che, negandone l’esistenza, avrebbero salvato dalla morte coloro che ne sarebbero stati nutriti.

Spero che questo lavoro venga letto ampiamente, convinto che fornisca una valutazione obiettiva di ciò che il Vaticano II ha dimostrato di essere per la Chiesa e per il santo popolo di Dio. Gli errori del passato ci permetteranno di evitarli in futuro, solo se li riconosceremo come tali e conseguentemente vi faremo ammenda; ignorarli o negarli, alla luce dei danni che hanno causato al corpo ecclesiale e all’umanità intera, ci renderebbe complici di un tradimento di cui dovremo rendere conto a Dio e alla Storia.

 

+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo

 

20 gennaio 2022

Ss. Fabiani et Sebastiani Martyrum

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