6:31

Ep. XXI – Lo scetticismo conciliare

PDF
Modernismo
Modernismo
Ep. XXI - Lo scetticismo conciliare
/

II   Lo scetticismo conciliare

 

Possiamo identificare, in rapporto al suo oggetto[1], due forme di scetticismo: lo scetticismo circa la Verità in quanto tale e lo scetticismo circa Dio. Andiamo a considerare:

  1. lo scetticismo circa la Verità in quanto tale;
  2. lo scetticismo circa Dio;
  3. il carattere particolare dello scetticismo conciliare.

a) Lo scetticismo circa la Verità in quanto tale

Abbiamo visto come il concilio si opponga alla dottrina cattolica secondo cui la Chiesa possiede la Verità, affermando che Essa è in un processo di ricerca della Verità, di espressione della Verità, di avvicinamento alla pienezza della Verità. Un tale atteggiamento nei confronti della Verità, come spiegheremo più avanti, comporta l’abbandono dell’evangelizzazione.

Ma, se si è in procinto di avvicinarsi alla verità e di formularla, allora non la si possiede ancora e non la si è ancora formulata; e, se non la si possiede ancora e non la si è ancora formulata, allora né la si possiede, né la si è formulata. Ma poiché la Verità in questione non è altro che la Fede e la sua formulazione non è altro che il dogma, questi testi conciliari implicano che la Chiesa non possegga né la Fede né il dogma.

b) Lo scetticismo circa Dio

Inoltre, poiché la Verità in ultima analisi è Dio Stesso, come afferma esplicitamente anche Nostro Signore[2], i testi implicano anche che la Chiesa non possegga, non conosca e non possa comprendere nemmeno Dio, cioè l’oggetto della Fede.

Ma questo è ateismo. Esistono due forme di ateismo, quello positivo e quello negativo. Il primo nega l’esistenza di Dio; il secondo (altrimenti noto come “agnosticismo”) sostiene che non possiamo conoscere, né dimostrare l’esistenza di Dio. L’ateismo negativo o agnosticismo identificato e condannato come dottrina modernista nell’enciclica Pascendi[3], è quindi contenuto nei testi del concilio stesso, che implicano che non possiamo conoscere Dio, quantomeno non in questo mondo. Ciò equivale a una forma di ateismo di questo mondo. Qualcuno potrebbe dire: “Almeno è solo un ateismo negativo e non positivo”, ma noi risponderemmo che dire che non possiamo sapere se Dio esista equivale a tutti gli effetti a dire che non esiste.

Inoltre, supporre che la Chiesa e i cattolici non posseggano o non conoscano la Verità o Dio implica che non siano in grado di amare Dio, poiché la conoscenza di un oggetto è necessaria per amare quell’oggetto. Ma questo è palesemente falso, perché è possibile amare Dio, anzi con amore perfetto, perché l’amore perfetto è la santità che molti hanno di fatto raggiunto.

c) Il carattere particolare dello scetticismo conciliare

Qual è il tipo di Verità oggetto dello scetticismo conciliare? Non la Verità soprannaturale, come abbiamo già detto, ma un tipo presunto di Verità naturale impossibile da conoscere o da esprimere in questo mondo. Tale concetto è senza dubbio influenzato dalla filosofia moderna. Cartesio, il “padre della filosofia moderna”, partendo dal principio del “dubbio universale”, sostenne che si può essere certi solo delle proprie idee e della propria esistenza e che il mondo esterno potrebbe non esistere affatto; Kant in seguito postulò l’esistenza di una “Cosa in Sé” al di fuori del mondo dell’esperienza, che sosteneva essere inconoscibile. Queste teorie soggettiviste derivano dallo “Idealismo”, la filosofia che sostiene che l’oggetto della conoscenza non è il mondo esterno o, più in generale, la realtà oggettiva, semmai il contenuto (“idee”) della mente del soggetto conoscente. L’idealismo comporta l’agnosticismo[4] e caratterizzerà la filosofia moderna per tre secoli e più, informando la visione del mondo dei periti.

Per dimostrare quanto sia radicale lo scetticismo conciliare, lo si può formulare come segue:

  1. la Chiesa non possiede la Verità;
  2. se la possedesse, non potrebbe esprimerla;
  3. se potesse esprimerla, non potrebbe comunicarla[5].

Ricordiamo l’insegnamento di Gorgia di Leontini (487-375 a.C.):

  1. nulla esiste;
  2. se qualcosa esistesse, non lo si potrebbe conoscere;
  3. se lo si potesse conoscere, non lo si potrebbe comunicare.

Per quanto stupefacenti possano essere queste triadi in bocca a un sofista e a un retore, lo sono ancora di più in bocca a tutti i vescovi del mondo, dacché pretendono di esercitare il ministero divinamente affidato di insegnare all’uomo la Verità ultima su Dio.

_________________________

[1] Ratione objecti.

[2] ‘Io sono la via, la verità e la vita’ (Gv 14, 6).

[3] S. 5-6.

[4] Come spiega san Pio X in Pascendi, s. 5-6.

[5] Almeno a livello pratico, finché la politica dell’ecumenismo rimarrà in vigore.

SCARICA IL TESTO INTEGRALE (PDF)

Scroll to top