Mi chiederai: perché il Figlio di Dio è chiamato Verbo? Rispondo che il greco λόγος (Logos) ha molti significati, tutti applicabili in questo luogo.
- Logos può essere tradotto “ragione“, perché, come la ragione procede dalla mente, così il Figlio dal Padre. Così i santi Crisostomo e Basilio.
- Logos può essere tradotto “definizione“, perché il Verbo esprime e dispiega definitivamente la natura e gli attributi del Padre. Per questo Niceta (in Orat. 42 Nazianz.) dice: “Il Figlio con il Padre ha la stessa relazione che una definizione ha con la cosa definita. Egli infatti dichiara il Padre come una definizione dichiara ciò che è definito da essa. Per questo Cristo disse: ‘Filippo, chi vede me, vede anche il Padre mio’. Il Figlio, infatti, è una dimostrazione sintetica della natura Paterna, poiché ogni discendenza è una sorta di tacito resoconto o definizione del suo genitore“.
- Logos può essere tradotto “causa“, perché il Verbo è la causa di tutte le cose che sono state create e prodotte dal Verbo di Dio.
- Λόγος può essere tradotto “opera“, perché il Verbo è l’Opera del Padre, coestensivo con Lui, coeterno e coeguale.
- Λόγος può essere tradotto “potenza” o “virtù“, perché il Verbo è la forza e la mano destra del Padre.
- Λόγος può essere tradotto “bellezza“, perché il Verbo è la forma, la grazia e la bellezza del Padre.
- E soprattutto, λόγος può essere tradotto, con Tertulliano, Cipriano e Ambrogio, “discorso” (sermo) o meglio “Parola” (Verbum). Questa Parola o discorso non è della bocca, ma della mente; perché come noi, pensando, ci formiamo una concezione della cosa pensata o compresa, che è chiamata parola della mente, così il Padre eterno, comprendendo e intendendo la Propria Essenza e tutto ciò che Le appartiene, ha prodotto questa Parola Eterna, coeguale e simile a Sé Stessa, per mezzo della quale risulta che questa Parola è Dio e il Figlio di Dio, generato dal Padre.
Per questo motivo i filosofi gentili, Trismegisto, Orfeo, Platone e gli altri greci, caldei ed egizi chiamavano il Padre νο͂υν, cioè mente, e il Figlio Logos, per così dire, la progenie della mente. Vedi sant’Agostino (lib. 7, Confess. c. 9). Da qui il detto di Platone: “Una monade ha generato una monade e in essa ha riflesso il suo ardore“. Intende dire: il Padre ha generato il Figlio e attraverso di Lui ha soffiato lo Spirito Santo, che è l’Amore reciproco del Padre e del Figlio. Molti, tuttavia, ritengono che Platone e gli altri filosofi gentili intendano per Logos non il Figlio, ma l’idea nella mente di Dio, secondo la quale Egli ha creato tutte le cose e ha riflesso su di Sé il Proprio amore, perché ha creato il mondo a motivo del Proprio amore.
Osserviamo che la Parola di Dio è duplice. Da un lato, è essenziale, perché è l’Intelligenza stessa del Padre, che condivide insieme all’essenza, alla conoscenza e alla volontà con il Figlio e lo Spirito Santo. Dall’altro, è nozionale, cioè il Verbo prodotto dal Padre e sussistente personalmente, vale a dire come il Figlio. Così san Tommaso (1 dist. 37 q. 2. a. 2). Questo è il duplice significato del Verbo, preso nel suo senso più ampio.