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Ep. X – I figli della luce e i figli del mondo

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Ep. X - I figli della luce e i figli del mondo
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La prima sessione del concilio, che avrebbe dovuto comprendere solo sei settimane di discussione dottrinale, si chiuse l’8 dicembre 1962. Prima della seconda sessione, nel settembre dell’anno successivo, sotto un nuovo papa, i vescovi di varie nazioni si riunirono per discutere. Mentre i vescovi di altri Paesi tenevano le proprie riunioni, il gruppo del Reno pianificò la sua strategia a Monaco e a Fulda, su iniziativa dei cardinali Döpfner, Frings e König. Vi parteciparono quattro cardinali e 70 arcivescovi e vescovi, che sarebbero arrivati alla seconda sessione ciascuno con un piano di 480 pagine fra le mani. L’esperto teologico, che contribuì maggiormente al lavoro svolto in questa riunione, sui documenti inerenti alla Rivelazione, sulla Beata Vergine Maria e sulla Chiesa, fu Padre Rahner, descritto dal cardinal Frings come “il più grande teologo di questo secolo[1].

La stampa bollò la riunione come “una cospirazione contro la Curia romana[2] e nel corso della stessa estate i cardinali Suenens, Döpfner e Lercaro elaborarono un progetto per togliere alla Curia la supervisione del Concilio e darla a quattro cardinali “moderatori”. Papa Paolo fu d’accordo e affidò tale incarico ai tre cardinali appena menzionati “universalmente noti per il loro ardore riformista[3], oltre che al conservatore, ma “non molto energico”[4], cardinal Agagianian.

Tira le somme padre Wiltgen: “Con le conferenze di Monaco e di Fulda, i drastici cambiamenti che papa Paolo aveva apportato alle norme di procedura e la promozione dei cardinali Döpfner, Suenens e Lercaro alla posizione di moderatori, il dominio dell’alleanza europea (il gruppo del Reno) era assicurato[5]. Quando papa Paolo accettò di ammettere ulteriori membri nelle commissioni, l’alleanza europea prese a “redigere una lista imbattibile. Questo lavoro fu molto facilitato dal fatto che … l’alleanza europea si fosse estesa a livello mondiale[6]. Si riunivano ogni venerdì sera ed erano “in grado di determinare la politica della maggioranza liberale dominante[7]. Il loro potere sarebbe stato rafforzato nel momento in cui fossero riusciti a far eleggere tutti i propri candidati come membri aggiuntivi della commissione. Di conseguenza “non c’era bisogno che alcuno dubitasse della direzione verso la quale il concilio era diretto[8].

Sarebbe eccessivo per un libro critico di questa natura raccontare molto di più della storia del concilio. Basti questa breve introduzione, insieme a quelle delle sezioni successive, per presentare il contesto e far luce sui motivi delle dottrine, che andremo esaminando.

Questa prima sintesi evoca già alcuni dei più importanti protagonisti della storia: da una parte quelli che possiamo chiamare “i figli della luce”, tra i quali abbiamo visto il cardinal Ottaviani, simbolo stesso della curia romana e Prefetto della Congregazione del Sant’Uffizio[9], l’organo vaticano responsabile della purezza e dell’integrità della Fede, simbolo stesso, in ultima analisi, della Fede medesima; dall’altra parte, “i figli del mondo”, una compagine di massoni: i teologi e i vescovi liberali (o “progressisti”), principalmente originari di Francia e Germania, ben preparati e organizzati, che non si tirano indietro di fronte all’incostituzionalità o persino all’inganno nel loro ardore per il raggiungimento dei propri fini; al centro, un papa che non supporta il primo gruppo, ma agisce da mediatore e conciliatore fra i due. E così la scena è pronta per un dramma tale da comportare danni incalcolabili alla Santa Chiesa di Dio e le cui dinamiche, come una vasta e infernale ruota del mulino, tuttora continuano a trebbiare e a spulare il genere umano.

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[1] RdM p. 304. Sosteneva circa la Rivelazione che la Tradizione non ne è costitutiva, ma interpretativa e che l’interprete delle Scritture non è la Chiesa ma gli esegeti e i teologi (RdM p. 256); circa la Beata Vergine Maria che il documento (classico e tradizionale) che la riguardava avrebbe provocato, se adottato, “un male inimmaginabile dal punto di vista ecumenico …” (RdM p. 321) e che il titolo di “Mediatrice di tutte le Grazie” era inaccettabile; circa la Chiesa avrebbe collaborato ad un testo che promuoveva le idee innovative di Padre Congar su una Chiesa “pneumatica”. Questo testo fu elaborato segretamente in parallelo a quello ufficiale che descriveva la dottrina tradizionale della Chiesa come “Corpo Mistico di Cristo” (RdM p. 267 e p. 311). Se questo è stato il miglior teologo del secolo, ci si può ben chiedere chi sia stato il peggiore.

[2] RdM p. 305.

[3] Henri Fesquet, cf. MD pjc, p. 34.

[4] Fr. Wiltgen, cf. MD pjc, p. 34.

[5] MD pjc, p. 35.

[6] Padre Wiltgen, cf. MD pjc, p. 35.

[7] Padre Wiltgen, cf. MD pjc, p. 36.

[8] ibid.

[9] La Suprema.

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