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Ep. X – La conversione: Lode a Dio

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Ep. X - La conversione: Lode a Dio
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+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.

 

Non è forse una meraviglia il fatto d’esser stati salvati dalla nostra miseria, dal leone ruggente, dai tori, dal cane, dal lago della terra inferiore, dall’abisso, dalla notte eterna? La nostra conversione non è forse una meraviglia di Dio infinitamente più grande dei più grandi compimenti degli uomini? Concludiamo questa serie di discorsi, dunque, con un passaggio tratto da sant’Agostino sulle meraviglie di Dio: ‘Molte sono le meraviglie che Tu hai fatto, o Signore Dio mio’ scrive il santo nel Commentario sui Salmi. Riferendosi al figlio del mondo, aggiunge: ‘Vedeva le grandi cose degli uomini, intenda le meraviglie di Dio. Il Signore ha fatto molte cose mirabili: a queste volga il suo sguardo. Perché han perso valore per lui? Loda l’auriga che regge quattro cavalli, che corrono senza cadere e senza farsi male: forse il Signore non ha compiuto miracoli spirituali di tal genere? Regga la lussuria, regga l’ignavia, regga l’ingiustizia, regga l’imprudenza, movimenti questi che troppo disciolti generano i vizi, li regga e li sottometta a sé stesso, tenga le briglie e non sarà da essi trascinato via; li guidi dove vuole, non sia portato dove non vuole. Lodava l’auriga e sarà lodato come auriga; gridava affinché l’auriga fosse rivestita dell’abito del trionfo, sarà invece lui rivestito dell’immortalità. Questi doni, questi spettacoli organizza Dio. Chiama dal Cielo: Vi guardo; combattete, vi aiuterò; vincete, vi incoronerò. Molte cose mirabili Tu hai fatto, o Signore Dio mio; e nei Tuoi pensieri non c’è chi Ti assomigli.

Ora guarda l’istrione. L’uomo infatti con grande sforzo ha imparato a camminare sulla fune e, mentre è in equilibrio, tiene Te sospeso. Guarda ora l’Impresario di più grandi spettacoli. Costui ha imparato a camminare sulla fune, riuscirà forse a camminare sul mare? Dimentica il tuo teatro, osserva il nostro Pietro, che non è un funambolo, ma, se così posso dire, un mariambolo. Cammina anche tu, non su quelle acque su cui, per simboleggiare un’altra cosa, camminò Pietro, ma su altre acque, poiché questo secolo è un mare: un mare che ha la sua nociva amarezza, ha l’ondeggiare delle tribolazioni, le tempeste delle tentazioni; ha nel suo seno uomini che, come i pesci, godono del male altrui e a vicenda si divorano; qui cammina, calca questo mare.

Vuoi guardare? Sii tu lo spettacolo. Non venir meno, guarda Colui che ti precede e dice: Siamo divenuti spettacolo per questo mondo, per gli angeli e per gli uominiCalca il mare, se non vuoi essere sommerso dal mare. Ma non andrai, non camminerai sul mare, se prima non te lo avrà ordinato Colui che per primo ha camminato sul mare. Così dice infatti Pietro: Se sei Tu, comandami di venire a Te sulle acque. E poiché era Lui, ha udito la richiesta, ha soddisfatto il desiderio, ha chiamato colui che camminava, ha sollevato colui che stava per essere sommerso.

Queste meraviglie ha fatto il Signore, guardale; e la fede sia l’occhio dello spettatore. E fa’ anche tu altrettanto; perché anche se i venti soffieranno, anche se i flutti ruggiranno e l’umana fragilità ti spingerà a qualche timore per la tua salvezza, hai Chi chiamare e dire: Signore, perisco! Non ti lascia perire Colui che ti ha ordinato di camminare. Poiché ormai cammini sulla Pietra, non aver paura in mare; se tu non poggiassi sulla Pietra, affonderesti nel mare, perché è appunto su tale Pietra, che si deve camminare, perché essa non è sommersa dal mare’. Deo Gratias!

  

+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.

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