Padre Cornelius a Lapide
PREFAZIONE AL VANGELO DI S. GIOVANNI
prima parte
L’apostolo san Giovanni, figlio di Zebedeo e Salome, scrisse questo Vangelo in Asia in lingua greca, verso la fine della sua vita, dopo il suo ritorno da Patmos, dove aveva scritto l’Apocalisse.
I motivi che lo spronarono a scrivere furono due. Il primo era quello di confutare gli eretici Ebion e Cerinto, che negavano la divinità di Cristo e insegnavano che era un semplice uomo. Il secondo era quello di ovviare alle omissioni di Matteo, Marco e Luca. Per questo san Giovanni riporta in dettaglio ciò che Cristo fece durante il primo anno del Suo ministero, ciò che gli altri tre avevano in gran parte trascurato.
Ascoltate san Girolamo nella sua prefazione a san Matteo: “Per ultimo c’era Giovanni, l’apostolo ed evangelista che Gesù amava di più, colui che aveva riposato sul petto del Signore e bevve dai più puri ruscelli della Sua dottrina. Quando si trovava in Asia, nel momento in cui andavano spargendosi i semi delle eresie di Cerinto, di Ebion e degli altri, che negavano che il Cristo fosse venuto nella carne (quelli che nella sua Epistola chiama Anticristi e che l’apostolo Paolo confuta spesso), fu costretto da quasi tutti i vescovi che si trovavano a quel tempo in Asia e dalle rappresentanze di molte altre Chiese a narrare per iscritto quanto vi sia di più profondo in merito alla Divinità del nostro Salvatore e a ‘gettarsi di slancio’, per così dire, verso la Parola di Dio con una sorta di felice temerarietà. Nella storia ecclesiastica si racconta parimenti che, sollecitato dai fratelli a scrivere, accettò di farlo a condizione che tutti digiunassero e pregassero insieme Dio. Quando il digiuno fu terminato, riempito dalla potenza della rivelazione, questi proruppe con la prefazione che proveniva direttamente dall’alto: In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio“.
Altri aggiungono che l’inizio della scrittura di san Giovanni fu preceduto da lampi e tuoni, come se fosse stato un altro Mosè, che così ricevette la Legge di Dio (Esodo 19).
Baronio dimostra che san Giovanni scrisse il suo Vangelo nell’anno di Cristo 99 ovvero sessantasei anni dopo l’Ascensione. Era il primo anno del regno di Nerva e il ventisettesimo dopo la distruzione di Gerusalemme da parte di Tito.
Come a suo tempo Isaia superò in sublimità tutti gli altri Profeti, così Giovanni superò gli altri Evangelisti. Ultimo in termini cronologici, è primo in dignità e perfezione.