Ver. 28 – “Questo accadeva in“, ecc. “Betania” è quanto si legge nelle versioni latina, siriaca, araba e in molte edizioni greche, oltre che nel codice Vaticano, in Beda, Alcuino, nella Glossa, ecc. Invece, in Origene, san Crisostomo, Teofilatto, Eutimio, sant’Epifanio e san Girolamo (in loc. Heb.), al posto di “Betania” si legge “Bethabara“, dove Gedeone uccise i Madianiti. Osservo con Toledo che Betania e Bethabara erano lo stesso luogo o almeno che l’uno era vicino all’altro o sulle sponde opposte del Giordano. Questo era il luogo in cui gli Ebrei, usciti dall’Egitto, attraversarono per la prima volta il Giordano sotto la guida di Giosuè, per entrare nella terra promessa. “Bethabara“, infatti, in ebraico significa “casa di passaggio“, mentre “Betania” significa “casa delle navi“: qui, di fatti, si apprestavano le navi per trasportare i passeggeri oltre il Giordano. “Betania“, deriva da “Beth“, “casa”, e da “any“, scritto con la lettera aleph, “nave“. La Betania di Marta e Lazzaro era un luogo diverso e si scriveva diversamente in ebraico: il suo nome significa “casa dell’umiltà“, da “Beth“, “casa”, e “any“, scritto con la lettera ajin, “umiltà“.
Giovanni, dunque, scelse, per battezzare, questo luogo per l’abbondanza di acqua e anche in ricordo dell’antico passaggio degli Israeliti. San Girolamo dice (loc. Hebrœis): “Anche oggi molti dei nostri fratelli che credono, desiderosi di rinascere, sono battezzati nelle acque vivificanti“, in memoria di Cristo, che lì fu battezzato da Giovanni. Questo luogo dista circa quattro leghe dal Mar Morto.
Osservate che Cristo fu battezzato il 6 gennaio. Giovanni rese questa testimonianza a Cristo cinquantacinque giorni dopo o il 1° marzo circa, quando Gesù era assente. Il giorno seguente Gesù si presentò davanti a Giovanni, che rinnovò la sua testimonianza dicendo: “Ecco l’Agnello di Dio” (cfr. Epiphan. Hœres. 51).