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Ep. XL – L’espiazione in genere

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Spiritualità
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Ep. XL - L'espiazione in genere
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L’ ESPIAZIONE IN GENERE

 

In Nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.

 

Stiamo esaminando le quattro finalità della Santa Messa: lode, espiazione, petizione e ringraziamento. Presentata la prima, quella della lode, procediamo a presentare la seconda, quella dell’espiazione.

Il Concilio di Trento afferma che Nostro Signore ha istituito la Messa «affinché lasciasse alla Chiesa un sacrificio visibile, per cui si renda presente quel sacrificio cruento e se ne applichi la virtù salutare ai peccati quotidiani che commettiamo». In un altro passo si afferma: «Questo sacrificio è veramente propiziatorio. E se uno si avvicina a Dio contrito e pentito, sarà placato dalla sua offerta e, concedendo la grazia e il dono della penitenza, perdonerà anche i crimini ed i peccati efferati».

Tale è l’insegnamento costante della Chiesa. Viene espresso dall’apostolo san Giacomo nella sua liturgia: «Vi offriamo questo sacrificio incruento, o Signore, per i nostri peccati e per l’ignoranza del popolo». Egualmente viene espresso da sant’Atanasio nelle parole: «L’offerta del sacrificio incruento è l’espiazione dei nostri delitti». Papa Alessandro I dichiara: «Con l’offerta di questa vittima, il Signore si placa e perdona tutti, anche i peccati più gravi» e papa san Giulio: «Tutti i peccati e le iniquità sono cancellati dall’offerta di questa oblazione».

Le parole di san Giacomo ci ricordano che i nostri peccati possono essere di due tipi diversi: i peccati di cui possiamo essere consapevoli e i peccati che ignoriamo di aver commesso. Re Davide esprime questa verità nel Salmo 24 con la preghiera: «I peccati della mia giovinezza e della mia ignoranza non ricordate» e ancora nel Salmo 18: «Chi può comprendere i peccati? Dai miei segreti purificatemi, o Signore, e da quelli degli altri risparmiate il Vostro servo».

Il commentatore Marchantio afferma: «Il Santo Sacrificio della Messa offerto a Dio Onnipotente serve ad espiare i peccati mortali, ma preminentemente i peccati segreti, quelli cioè che, dopo un attento esame di coscienza, non possiamo ricordare alla mente». Dice san Gregorio: «La principale causa di timore per il giusto sta nei peccati di cui non è cosciente, come dice san Paolo: perché, anche se non sono consapevole di colpa alcuna, non per questo sono giustificato. Il mio Giudice è il Signore» (1 Cor. 4). San Gregorio aggiunge: «Il Signore ha occhi più acuti di me».

Carissimi fedeli, noi che cerchiamo di condurre una vita buona, che esaminiamo la coscienza ogni giorno, che talvolta possiamo pensare che le cose ci vadano bene moralmente o spiritualmente, soprattutto se siamo lodati, non lasciamoci cullare da un falso senso di sicurezza. Penso che sappiamo tutti quanto grande possa essere la sorpresa nello scoprire (forse perché qualcuno ce lo fa notare) che ci siamo comportati in un modo non cristiano in un campo o nell’altro, ciò che non abbiamo mai pensato di esaminare.

In vista dei peccati sconosciuti o dimenticati, è salutare includerli tutti, almeno implicitamente, nella confessione, ma anche assistere alla Santa Messa con l’intenzione di espiarli – non solo i peccati di cui siamo consapevoli, principalmente mortali, ma anche questi -.

 

In Nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.

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