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Ep. XXVIII – La casa e il ministro della Santa Messa

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Spiritualità
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Ep. XXVIII - La casa e il ministro della Santa Messa
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LA CASA E IL MINISTRO DELLA SANTA MESSA

 

In Nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.

 

Nel considerare i Santi Misteri della Messa, è opportuno iniziare meditando sulla dignità della casa in cui vengono eseguiti ed il ministro dal quale vengono eseguiti. Poiché il Nuovo Testamento è nascosto nell’Antico e l’Antico è rivelato nel Nuovo, guarderemo prima il Tempio e il Sacerdozio dell’Antico Testamento per farci un’idea della Chiesa e del sacerdozio del Nuovo.

Il Tempio dell’Antico Testamento e la Chiesa del Nuovo

Nel terzo libro dei Re leggiamo come il re Salomone, in occasione della Dedicazione del Tempio, offrì 22.000 buoi e 12.000 montoni. Furono macellati, purificati, smembrati e posti sull’altare. Mentre il re pregava, il fuoco cadde dal cielo e li consumò. Il Tempio fu riempito da una nuvola, nella quale apparve la gloria del Signore. Il popolo cadde per terra e adorò il Signore. Il re alzò le mani al Cielo e gridò: «Si deve dunque pensare che Dio dimora davvero sulla terra? Perché se il Cielo e il Cielo dei Cieli non possono contenerVi, tanto meno questa casa che ho costruito».

Se tale è la gloria del Tempio di Gerusalemme, che dire della gloria delle nostre chiese? Il Tempio è consacrato dal sacrificio di animali e dall’offerta di pane e vino; nell’Arca dell’Alleanza c’era il pane. Le nostre chiese invece sono consacrate dall’olio santo e dal crisma, dall’acqua santa e dall’incenso; sono santificate da ripetuti Segni di Croce e infine dal Santissimo Sacrificio della Messa; innumerevoli sono le preghiere nell’Antica cerimonia per la Dedicazione di una chiesa.

Nel Tempio viene offerto il sacrificio di animali, qui l’Unigenito Figlio di Dio; nel Tempio si offrono pane e vino e si riserva il pane, qui si offre l’Unigenito Figlio di Dio sotto le sembianze di pane e vino e sotto le sembianze del pane si conserva nel tabernacolo; là, nel Tempio, Dio dimora in senso spirituale, qui dimora sacramentalmente e realmente nel Corpo, nel Sangue, nell’ Anima e nella Divinità: «Quam terribilis est locus iste (Gen., 28): Quanto è terribile questo luogo, questo non è altro che la Casa di Dio e la Porta del Paradiso». Così è detto del Tempio e ancora con le parole di Davide: «Adorerò nel Vostro santo tempio, a Voi salmeggerò davanti agli angeli» (Salmo 137).

Ma quanto più terribile e maestosa è la chiesa, che diviene successivamente Nazaret, Betlemme, il Calvario e il luogo dove Dio stesso dimora in tutta la Sua pienezza di Signore Risorto, la chiesa alla quale discende dal cielo per morire, accompagnato da migliaia di puri spiriti celesti, che si prostrano in adorazione davanti a Lui, offrendoGli anche il tributo delle nostre povere preghiere e intercedendo per noi nella più abietta oblazione di sé stessi. Con quale riverenza non dovremmo dunque entrare in chiesa, con quale cura evitare ogni stoltezza, ogni discorso superfluo e frivolo, gli sguardi curiosi e i pensieri irriverenti e vuoti?

 

In Nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.

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